sabato 11 settembre 2010

Non è un bel modo per onorare il decoro, e neppure le istituzioni...


Questo cartello che indica la Polizia Stradale di Aprilia, giace appoggiato al muro della Wyeth sulla Nettunense. Evidentemente c'è stato un incidente stradale che lo ha travolto. Non sarà il caso riposizionarlo su dei pali verticali invece di lasciarlo così?

venerdì 10 settembre 2010

Vandali scatenati al Parco Friuli


Premetto che rispetto ad altri Parchi cittadini è sicuramente tenuto meglio,grazie anche alla costante presenza del comitato di Quartiere Aprilia Nord,tuttavia soffre degli stessi mali di questa città: Vandalismo,mancanza di rispetto per gli spazi comuni da parte di alcuni cretini che amano definirsi «artisti». L'imbrattamento ormai non conosce più confini,non bastano più i muri sui quali scrivere le loro insulse sigle e neppure i segnali stradali,ora se la prendono pure con i poveri alberi!!! Marcano il territorio come fossero cani...ma la crisi economica non colpisce mai gli idioti-imbrattatori? C'è gente che pur lavorando non arriva alla fine del mese,eppure questi imbecilli i soldi per le bombolette spray li trovano sempre. Ci vorrebbe tolleranza zero verso questi incivili,cresciuti a pane e bombolette,che la parola «arte» non sanno neppure dove sta di casa. Mi auguro che le istituzioni intervengano,perché non è più tollerabile continuare così.
Un cittadino

Fotovoltaico a terra e consumo del territorio nell’Agro Pontino


Negli ultimi mesi sono incessanti le notizie riguardanti la costruzione di parchi solari nel territorio pontino. Ad iniziare dal “parco fotovoltaico più grande d’Italia” in corso di realizzazione ad Aprilia, vediamo spuntare come funghi enormi agglomerati di pannelli fotovoltaici su ettari ed ettari di territorio agricolo, anche nelle zone a più alta vocazione rurale ed agrituristica. Particolarmente increscioso il caso de Le Ferriere, una delle poche aree agricole decentemente conservate nel territorio fra Nettuno, Latina ed Aprilia, per il resto ampiamente devastato e martoriato da ogni tipo di opera impattante (capannoni industriali e abusivismo edilizio dappertutto, lottizzazioni selvagge, discarica di Borgo Montello, Centrale nucleare di Borgo Sabotino, ecc.). Inquietanti poi i progetti per altri parchi nelle campagne di Lanuvio e Campoverde, fra le più integre della nostra zona, “corridoio ambientale e paesaggistico” essenziale fra la Bassa Campagna Romana e l’Agro Pontino.
Così, i parchi fotovoltaici concorrono al consumo del territorio, “divorando” ettari ed ettari di paesaggi agrari e di conseguenza riducendo ulteriormente la biodiversità – già fragilissima - degli ecosistemi locali. Ormai l’ambientalismo più serio ed attento è assai critico nei confronti delle energie rinnovabili allorquando esse contribuiscano al consumo del territorio, e il caso dei parchi fotovoltaici a terra (ma anche dell’eolico industriale su larga scala) è eloquente: cosa hanno di “pulito” interventi che contribuiscono ad “urbanizzare” il territorio, quando è proprio l’urbanizzazione scellerata degli ultimi decenni (in tutto il mondo) la causa prima e concreta delle sempre maggiori emissioni di co2? Si fa man mano largo, invece, una coscienza matura su questi argomenti, che vede sì necessario lo sviluppo massiccio delle fonti energetiche alternative, ma in modo compatibile alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi locali, nonché alla tutela delle zone a vocazione agricola e turistica e della loro delicata economia: solo in quest’ottica il fotovoltaico si configura come una straordinaria risorsa, da incentivare esclusivamente sulle aree già edificate (costruzioni civili e industriali, parcheggi, ecc.) o degradate (è il caso delle discariche).
Premesso che attualmente il Lazio, nel suo complesso, produce più energia elettrica di quanta non ne consumi nei fatti - il che dovrebbe escludere ogni nuova centrale che non consista nella riqualificazione di uno sito già esistente - non vorremmo che a questo punto si aprisse una vera e propria “gara” (da parte di aziende, fra l’altro, per lo più straniere) sul territorio regionale e non solo per la creazione, di volta in volta, del parco “più grande di tutti”. Oppure che – più semplicemente – ogni privato possa ricoprire i propri terreni di pannelli fotovoltaici in barba ad ogni logica di pianificazione, e in stridente contrasto con strumenti regionali come il “Piano di sviluppo rurale” (PSR) o lo stesso “Piano territoriale e paesaggistico” (PTPR). Chi si occupa di tutela dell’ambiente e del paesaggio conosce bene i danni arrecati dal fotovoltaico a terra, non solo ovviamente all’immagine del territorio, ma anche all’indotto turistico dell’agricoltura. Il caso della Puglia è sotto gli occhi di tutti - autorità giudiziarie comprese - per la proliferazione indiscriminata su suoli agricoli pregiatissimi di quelle che sono vere e proprie “centrali” elettriche: del resto il termine “parco” (similmente a quello di “termovalorizzatore”) è il classico ipocrita eufemismo concepito dalla speculazione energetica per “veicolare” meglio nell’opinione pubblica i propri affari).
Nel nostro territorio ci sarebbe bisogno di veri “parchi”, ossia non di quelli che cancellano ecosistemi e paesaggi, bensì di strumenti che operino affinché essi vengano conservati, come i “parchi naturali” o i “parchi agricoli”. Sembra infatti incredibile che, ancora nel 2010, non ci sia alcun progetto di salvaguardia e valorizzazione almeno delle porzioni di maggior pregio ambientale e paesaggistico dell’Agro Pontino (fatte naturalmente le eccezioni, pur limitate come dimensioni, della tenuta di Ninfa e del Parco Nazionale del Circeo)! Tale lacuna è da additare per un verso alla robusta presenza politica, economica e sociale della speculazione edilizia (spesso di oscura matrice) nella Provincia di Latina, e dall’altro alla gestione del territorio da parte di amministratori assolutamente incompetenti. Una situazione “da terzo mondo”, questa, che ha permesso dal dopoguerra ad oggi una sorta di deregulation totale nella realizzazione di qualsiasi tipo di opera sul territorio, senza alcun riguardo per l’impatto ambientale.
In conclusione, per contrastare la proliferazione di parchi fotovoltaici a terra, fenomeno che rischia di stravolgere in pochi anni tutte le aree del territorio pontino a maggiore valenza agricola, paesaggistica e turistica, crediamo sia necessario giungere ad una moratoria che blocchi ogni nuovo impianto, nell’attesa di una pianificazione a livello regionale e nazionale che fissi i limiti e le regole per la diffusione di questo tipo di produzione energetica, che nei modi attuali di “pulito” ha ben poco.

Luca Bellincioni


Post originale: Ambiente e Paesaggio 2000

giovedì 9 settembre 2010

Una città a misura di incivile


Passeggiando per il centro ci si può imbattere in scene questa: Un vecchio congelatore buttato sul marciapiede, come se fosse la cosa più normale del mondo. Foto scattata davanti il Parco dei Mille, che già non gode di buona salute.

mercoledì 8 settembre 2010

Non c'è rispetto per alcun luogo

Non so dove e come segnalarlo, quindi affido a voi la scelta di effettuare o no la pubblicazione della mia richiesta. Domenica andando al cimitero mi sono accorta dello scempio e della sporcizia che c'e' nel reparto adiacente alla chiesa, specialmente nelle scale per andare ai piani superiori.
Non parlo di calcinacci o rifiuti edili che ci sono perche' stanno effettuando i lavori, ma parlo di vera e propria immondizia che magari fuoriesce dai cassonetti perche' pieni e il vento spazza in giro, nonche' sulle tombe basse, foglie di alberi e quant'altro.......
Ma il cimitero non dovrebbe essere un luogo di culto, quindi pulito e rispettato come una chiesa.................?
ps. almeno una volta c'erano la scopa e la paletta per poter pulire noi davanti alla tomba del nostro caro, adesso e' una vera e propria caccia al tesoro che comunque non si vince mai.
Scusate il disturbo, ma non saprei a chi rivolgermi.
Un saluto Emanuela

martedì 7 settembre 2010

L'ecomostro di Via Tiberio


Da molti anni questo rudere fa bella mostra di se a pochi passi dal centro, ovvero in Via Tiberio, traversa di Via Aldo Moro. Ne consegue un danno visivo di non poco conto, oltre al conseguente degrado all'esterno della struttura. Secondo noi è da considerarsi un vero e proprio ecomostro, e una città come questa purtroppo non se l'è fatto mancare.
Le foto nello slideshows sono state estrapolate da Google Street View, percui da qualunque parte del mondo verrà ricercata Via Tiberio questo sarà lo scenario che gli si presenterà davanti agli occhi. Un bel modo per incentivare il turismo internazionale nella nostra città, non trovate?


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lunedì 6 settembre 2010

Degrado vicino il centro commerciale Aprilia2

Siamo alla rotonda vicino al centro commerciale Aprilia2, e il degrado anche qui abbonda: Rifiuti di ogni genere al bordo della strada, erbaccia secca e alta, rovi invadenti, segnaletica fatiscente o coperta dalle sterpaglie, pubblicità abusiva dilagante, scritte vandaliche, manto stradale che lascia a desiderare, specie prima della rotatoria, ovvero nel rettilineo di Via Valletta. Certo che è davvero sconfortante vedere l'indicazione per i bellissimi Giardini della Landriana posizionata in mezzo a quello schifo. Il decoro urbano interessa a qualcuno in questa città?