sabato 30 ottobre 2010

Bonificatela!


Di questa discarica abusiva ce ne siamo occupati almeno 3 o 4 volte, eppure non c'è verso di farla bonificare e far prendere al comune dei provvedimenti efficaci che scoraggino i "delinquenti", che continuano imperterriti a sversare rifiuti illegalmente su Via Prati. Bonifate questa cacchio di discarica, e posizionate delle telecamere di videosorveglianza sul ponticello della ferrovia, quanto meno saranno puntate su questi imbecilli! Anche dei controlli veri e propri non guasterebbero, l'importante è che finisca questo lurido scempio.

venerdì 29 ottobre 2010

Strada deformata e segnaletica vandalizzata


Via Carlo Cattaneo è una strada talmente dissestata che ci sono addirittura dei cartelli che invitano gli automobilisti a rallentare a causa della strada deformata. Nel mondo civile ovviamente non c'è bisogno di installare un segnale del genere, ve lo immaginate in Francia, Germania o Svezia? Impensabile! Generalmente nel resto d'Europa le strade sono assolutamente perfette, non si capisce invece per quale motivo alle nostre latitudini il manto stradale debba fare necessariamente schifo, sembra una sorta di masochismo da parte nostra, eppure le tasse si pagano anche qui. Come se non bastasse la segnaletica è stata imbrattata dai vandali, percui alla schifezza della strada si è aggiunta anche la schifezza dei segnali orribilmente imbrattati. Tra l'altro il limite è stato portato a 30 KM orari, ma chi conosce la zona saprà che questa è una via dove abitualmente le automobili sfrecciano abbastanza veloci.


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giovedì 28 ottobre 2010

Strade di "cartapesta"


Il manto stradale di Via Carducci è stato rifatto completamente all'incirca tre anni fa (correggeteci se sbagliamo), eppure già versa in condizioni a dir poco pietose. Le striscie pedonali oramai non si vedono quasi più, e l'abitudine a parcheggiarci sopra è ancora ben viva in parte della popolazione locale. Ma quanto dovrebbe durare una strada ben fatta prima che incominci a deteriorarsi? Quanto dovrebbe permanere sull'asfalto la segnaletica orizzontale prima di doverci rimettere mano? Sarebbe gradita una risposta da chi vive in altre città e soprattutto dagli addetti ai lavori.


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martedì 26 ottobre 2010

Coreani ad Aprilia

Una delegazione proveniente dalla città sud-coreana di Gimhae, ha fatto la sua visita ad Aprilia. Lo scopo della visita era approfondire il funzionamento del Consiglio Comunale di una delle città più grandi del Lazio. Ad accoglierli sono stati il Sindaco, gli assessori e consiglieri comunali. Chissà se gli hanno fatto vedere anche le "meraviglie" del luogo...



Sotto uno scorcio della città di Gimhae

La combustione dell’anima


Riceviamo e pubblichiamo:

Mi chiamo Agostino Di Ciaula e faccio il medico ospedaliero.
Spero che sia possibile girare questa mail agli iscritti al gruppo "Con il FAI per salvare l'area archeologica di Campo di Carne dalla turbogas" o a chiunque altro possa essere interessato.
Vivo a Modugno, in provincia di Bari, in una zona talmente inquinata da dover essere risanata.
Da anni, in particolare da quando la mia città è stata aggredita dalla costruzione di una delle centrali termoelettriche più grandi d’Italia e da un probabile un inceneritore di rifiuti, mi occupo di cittadinanza attiva come strumento per impedire la sopraffazione del bene comune da parte dei cosiddetti “poteri forti”, l’imposizione del bene privato su quello pubblico, dell'interesse particolare su quello generale, del benessere di pochi su quello di molti, delle esigenze economiche su quelle civili.
Utilizzando le mie competenze scientifiche cerco costantemente di divulgare informazioni riguardanti le ricadute sanitarie delle aggressioni ambientali, di comunicare ciò che viene accuratamente nascosto ogni volta che si compie un’aggressione ad un territorio.
Per questo motivo ho anche scritto un libro, intitolato “La combustione dell’anima. L’Italia delle centrali e degli inceneritori” (una sintesi introduttiva può essere visualizzata a questo link http://dailymotion.virgilio.it/video/xbpm4k_litalia-delle-centrali-e-degli-ince_news ).
Mi piacerebbe tentare di scrivere ancora, per dare voce ai tanti “invisibili” che, come me e voi, protestano sparsi per l’Italia e che avessero voglia di raccontarsi e di raccontare le ingiustizie subite ma non trovano spazio per esporre le proprie ragioni ed il significato di vivere in un territorio aggredito.
Ho imparato che le battaglie combattute contro poteri politici ed economici che non si fanno scrupolo di calpestare la dignità civile dei cittadini lasciano spesso il segno, perché entrano nell’anima.
Lasciano frustrazioni, per il sentirsi indifesi nella protezione di diritti fondamentali.
Lasciano rabbia, per il vedere spesso vanificati sforzi che occupano interamente e profondamente l’esistenza di chi si sente ingiustamente minacciato.
Quello che chiedo è semplicemente che mi aiutiate a dare voce a tutto questo, con un racconto in prima persona dell’esperienza vissuta per contrastare chi ha occupato abusivamente il vostro spazio vitale e che tenta di compromettere irreversibilmente il vostro futuro.
Spero che qualcuno di voi provi a scrivere, con semplicità, un breve racconto che inizi con “mi chiamo…, vivo a … ed ho qualcosa da raccontarvi che riguarda la vita mia e dei miei cari”.
Farò girare questa richiesta, che ha un po’ il sapore di un messaggio nella bottiglia, tra i tanti gruppi di protesta sparsi per l’Italia, con la speranza di raccogliere voci di rabbia, ma anche di speranza.
Non so se riuscirò nell’impresa, ma sento di dover tentare, perché sarebbe importante presentare un canto corale prodotto da cittadini ai quali viene persino impedita la visibilità.
Se vi va di aiutarmi in questo tentativo, inviatemi i vostri racconti (agostinodiciaula@tiscali.it) ed io farò il possibile per divulgarli.
Un abbraccio

Agostino Di Ciaula

lunedì 25 ottobre 2010

Apriliani rassegnati

Aprilia
Aprilia città giovane (su 100 ragazzi ci sono 93 over 65), ma che guarda al futuro con una certa rassegnazione. Aprilia città in crescita, con una popolazione vicina ai 70 mila abitanti che aumentano di 1000 unità ogni anno, ma che si trova davanti ad un bivio. Sono alcuni dei risultati della ricerca «Noi Aprilia, 30 domande per capire la città», presentata ieri mattina in aula consiliare e realizzata dal Coordinamento delle Libere Professioni di Aprilia. Una fotografia reale sullo status, sui bisogni e sulla soddisfazione della popolazione apriliana rispetto ai servizi offerti dalla propria città. Il dato più significativo riguarda lo scarso senso di appartenenza alla comunità: l'aspetto «metropolitano» di Aprilia fa «scadere» i sui cittadini nell'anonimato, nell'individualismo e nell'autoreferenzialità.
Altro aspetto, l'economia. Gli occupati sono il 44% (contro il 40% della media provinciale), di questi il 76% sono lavoratori dipendenti. A lavorare nel settore agricolo è rimasto solo un 5% della popolazione. Aprilia è rimasta anello trainante dell'economia pontina, ma mentre negli anni ‘60-'80 era motore della produzione industriale, oggi non è riuscita a fare quel «salto di qualità» verso un sistema terziario avanzato. «Servirebbero piani di investimento, d'intervento e di formazione di personale specializzato», si legge nella pubblicazione, «oltre ad un sostegno della piccola impresa». Tra i «bisogni insoddisfatti» dei residenti delle borgate emerge la necessità di interventi in particolare sulla viabilità (29%) e sulla pubblica illuminazione (26%). Più in generale, gli apriliani sentono la necessità di avere un ospedale (81%) ed un palazzetto dello sport (56%). Scarsamente soddisfatti gli apriliani riguardo ai servizi culturali, sportivi e sanitari, così come riguardo all'efficienza degli uffici comunali. Soddisfatti invece per le Poste ed il trasporto pubblico. In conclusione, la popolazione è molto insoddisfatta delle istituzioni pubbliche, «che non hanno saputo individuare politiche e piani di intervento adeguati ed efficaci per lo sviluppo di una città in perenne trasformazione». Male anche la percezione della sicurezza: per il 70% della popolazione, il giudizio è mediocre o negativo. Scarsa l'appartenenza alla vita associativa, pochi si dedicano al volontariato.
Per concludere, il 30% dei cittadini considera Aprilia una «città dormitorio» e un 37% «una città che guarda rassegnata al futuro». Questo impone una seria riflessione da parte degli amministratori.
Stefano Cortelletti

Fonte: La Provincia
www.dimmidipiu.it


Dall'ottimo articolo del quotidiano La Provincia, non sembra che gli apriliani (nonostante dimostrino giustamente una certa insofferenza per come vanno le cose) sentano la particolare necessità di una città pulita e ordinata, libera finalmente dal degrado urbano e ambientale. Anche la sicurezza stradale pare che sia un tema del tutto ignorato dai cittadini, mentre a nostro avviso è una delle priorità. Quanto è lontana Belluno, non tanto chilometricamente, bensì per la differenza di vivibilità e mentalità, infatti, si è classificata al primo posto fra le città più ecologiche d'Italia, nel rapporto annunale 'Ecosistema urbano' di Legambiente.

Belluno