martedì 26 ottobre 2010

La combustione dell’anima


Riceviamo e pubblichiamo:

Mi chiamo Agostino Di Ciaula e faccio il medico ospedaliero.
Spero che sia possibile girare questa mail agli iscritti al gruppo "Con il FAI per salvare l'area archeologica di Campo di Carne dalla turbogas" o a chiunque altro possa essere interessato.
Vivo a Modugno, in provincia di Bari, in una zona talmente inquinata da dover essere risanata.
Da anni, in particolare da quando la mia città è stata aggredita dalla costruzione di una delle centrali termoelettriche più grandi d’Italia e da un probabile un inceneritore di rifiuti, mi occupo di cittadinanza attiva come strumento per impedire la sopraffazione del bene comune da parte dei cosiddetti “poteri forti”, l’imposizione del bene privato su quello pubblico, dell'interesse particolare su quello generale, del benessere di pochi su quello di molti, delle esigenze economiche su quelle civili.
Utilizzando le mie competenze scientifiche cerco costantemente di divulgare informazioni riguardanti le ricadute sanitarie delle aggressioni ambientali, di comunicare ciò che viene accuratamente nascosto ogni volta che si compie un’aggressione ad un territorio.
Per questo motivo ho anche scritto un libro, intitolato “La combustione dell’anima. L’Italia delle centrali e degli inceneritori” (una sintesi introduttiva può essere visualizzata a questo link http://dailymotion.virgilio.it/video/xbpm4k_litalia-delle-centrali-e-degli-ince_news ).
Mi piacerebbe tentare di scrivere ancora, per dare voce ai tanti “invisibili” che, come me e voi, protestano sparsi per l’Italia e che avessero voglia di raccontarsi e di raccontare le ingiustizie subite ma non trovano spazio per esporre le proprie ragioni ed il significato di vivere in un territorio aggredito.
Ho imparato che le battaglie combattute contro poteri politici ed economici che non si fanno scrupolo di calpestare la dignità civile dei cittadini lasciano spesso il segno, perché entrano nell’anima.
Lasciano frustrazioni, per il sentirsi indifesi nella protezione di diritti fondamentali.
Lasciano rabbia, per il vedere spesso vanificati sforzi che occupano interamente e profondamente l’esistenza di chi si sente ingiustamente minacciato.
Quello che chiedo è semplicemente che mi aiutiate a dare voce a tutto questo, con un racconto in prima persona dell’esperienza vissuta per contrastare chi ha occupato abusivamente il vostro spazio vitale e che tenta di compromettere irreversibilmente il vostro futuro.
Spero che qualcuno di voi provi a scrivere, con semplicità, un breve racconto che inizi con “mi chiamo…, vivo a … ed ho qualcosa da raccontarvi che riguarda la vita mia e dei miei cari”.
Farò girare questa richiesta, che ha un po’ il sapore di un messaggio nella bottiglia, tra i tanti gruppi di protesta sparsi per l’Italia, con la speranza di raccogliere voci di rabbia, ma anche di speranza.
Non so se riuscirò nell’impresa, ma sento di dover tentare, perché sarebbe importante presentare un canto corale prodotto da cittadini ai quali viene persino impedita la visibilità.
Se vi va di aiutarmi in questo tentativo, inviatemi i vostri racconti (agostinodiciaula@tiscali.it) ed io farò il possibile per divulgarli.
Un abbraccio

Agostino Di Ciaula

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