giovedì 10 novembre 2011

Le putride acque della fontana di Piazza Roma


Evidentemente è una piazza talmente povera di verde, che si è pensato di compensarlo con il colore dell'acqua.

mercoledì 9 novembre 2011

Le colate dissennate


Approvate qualche giorno fa, addirittura in seduta notturna, le due varianti che cambieranno di nuovo il profilo già stravolto della città di Aprilia. Tali varianti fanno riferimento ad altrettanti piani integrati, che riguardano zone a ridosso del centro cittadino. In pratica verranno concessi molti metri cubi di cemento in cambio di opere di compensazione. Nello specifico le aree riguardano l'appezzamento di terreno posizionato tra via delle Regioni e la Nettunense (dietro la scuola media Menotti Garibaldi), ed un altro ubicato fra via Cattaneo e via Deledda. Nel primo caso verrà messa in sicurezza la biblioteca dell'istituto scolastico e si provvederà alla realizzazione di impianti sportivi in quella zona, tuttavia a fronte di 5000 metri quadri di cemento, che corrispondono a circa settanta nuovi appartamenti. Nel secondo caso invece, si prevede il mercato settimanale e ben 106 mila metri cubi di cemento. Secondo l'assessore all'Urbanistica questa operazione porta al recupero di due aree in stato di abbandono. Ma questo può essere un valido motivo per concedere il "premio" a chi finora ha tenuto quei terreni in stato di incuria? E' incredibile come si continui a svendere il territorio in cambio di un piatto di lenticchie, totalmente in antitesi con altre realtà ben più virtuose, che hanno fatto dello stop al consumo del territorio la loro bandiera, esportando tale modello a macchia d'olio per il bel paese. Domenico Finiguerra vi dice niente? Sia chiaro che questo non significa bloccare del tutto l'edilizia, ma semplicemente dirottarla nel recupero di aree già edificate e magari abbandonate, evitando di aumentare le volumetrie e consumare preziosa terra fertile.

Nei mesi scorsi si parlò anche di altri "programmi integrati" che riguardavano l'ex Enotria e Canebi, una superficie nel quartiere Montarelli, e poi altre nelle località di Campoverde, Campo di Carne, e Campoleone (di quest'ultima ce ne occuperemo dettagliatamente più avanti nell'articolo). Anche lì erano previsti tantissimi  MC di cemento con il presupposto della riqualificazione urbana. Ma da quando in qua la riqualificazione urbana e il ripristino ambientale passano attraverso nuove cubature? Si riqualifica e si ripristina un ambiente sano con gli alberi, i parchi, i giardini, i prati, l'arredo urbano, l'ordine, la sicurezza, la pulizia, ecc ecc...di sicuro non con la realizzazione di nuovi e inutili palazzi. Inoltre importare abitanti significa anche accogliere automobili e inquinamento, più tanti altri problemi di varia natura. Attualmente Aprilia non è in grado di offrire i servizi essenziali ad una popolazione di circa 70.000 abitanti, come potrebbe soddisfare le esigenze di una cittadinanza di 100 mila e più? Assenza di un ospedale pubblico, inesistenza di un commissariato di Polizia, le strade fanno pena, il degrado è oltre i livelli di guardia, i parchi sono pochi e maltenuti, i parcheggi insufficienti, le barriere architettoniche rendono la vita impossibile ai diversamente abili, il vandalismo prolifera, eccetera...

In questi giorni, girando per la città, si possono facilmente notare le tante GRU che stanno elevando imponenti palazzine in varie zone del Comune di Aprilia, frutto lampante delle scelte scellerate del passato. Già questo dovrebbe respingere al mittente ogni possibile ipotesi di ulteriore cementificazione del territorio, a meno che non si voglia vivere in un ambiente totalmente desertificato dal cemento e soffocato dal degrado. Ad Aprilia si costruisce prevalentemente per i romani in "fuga" dalla metropoli, relegandola a divenire solamente un quartiere dormitorio della capitale, assicurando sì un tetto, ma non di certo un posto di lavoro, e favorendo così il pendolarismo con gravi ripercussioni sul traffico veicolare e sui trasporti pubblici che sono già al collasso. Tanti nuovi abitanti senza radici in loco, i quali provengono da altre realtà, che per forza di cose non hanno grandi legami con questa terra: ciò è l'anticamera di quel disagio sociale che poi sfocia anche nel degrado urbano ed ambientale che ben conosciamo.
L'inarrestabile crescita demografica nel Comune di Aprilia.

Tra l'altro sulla testa degli apriliani pende pure la decisione del Consorzio ASI Roma-Latina, che qualche mese fa ha approvato una corposa variante su 150 ettari di terreno che da agricolo si trasformerebbero in industriale e commerciale. Questa scelta è stata contestata dallo stesso Comune di Aprilia, seppur abbastanza tardivamente. La storia è nota: invece di recuperare le aree industriali dismesse (e ce ne sono moltissime), si vorrebbero intaccare cospicue porzioni di suolo libero, in pieno stile “consumo dissennato del territorio”. Politici, tecnici, e associazioni, hanno già espresso mille perplessità, riscontrando alcune anomalie e contestando la metodologia.

E che dire di quel verde prato ormai perduto in località Campo di Carne, dove pascolavano felicemente le pecore, e che ora ospita la tanto contestata turbogas? Come se non bastasse in un'area limitrofa alla centrale hanno installato i pannelli fotovoltaici a terra, su circa 34 ettari di terreno, e altri impianti di questo genere hanno consumato (e consumeranno) suolo fertile in diversi luoghi apriliani.

Domani in consiglio comunale discuteranno sulla variante di recupero dei nuclei spontanei, ovvero le famose periferie apriliane sorte abusivamente negli anni passati. Ci auguriamo che questa non sia l'ennesima occasione per concedere ulteriori cospicui metri cubi di cemento su suoli vergini.

Ma come già anticipato trasferiamoci appena qualche chilometro più a nord, per giungere nella storica frazione di Campoleone, dove anche lì si rischia di perdere preziose porzioni di terreno libero in favore del cemento, sempre con la solita scusa delle compensazioni. Si parla di un progetto su un'area di 58.000 metri quadrati, che prevede 40 mila mq di aree pubbliche: una piazza da 1500 metri quadrati (una cattedrale nel deserto, visto che ne esiste già una nella parte amministrata da Lanuvio ed è poco frequentata), una delegazione comunale, un edificio scolastico, una mediateca e una biblioteca, una pista ciclabile, 2 ettari e mezzo di verde attrezzato e locali ad uso commerciale, e per finire un collegamento viario tra via Campoleone Scalo e via del Tufello. In ogni caso, nessuno fa beneficenza, e se 40 mila mq verranno realizzati ad uso pubblico, dovrà esserci sicuramente una cospicua contropartita; per cui, a quanto ammonteranno i metri cubi di cemento ad uso abitativo da rivendere a peso d'oro sul mercato? Pare che siano 97 mila, e già si dice che quella nuova edificazione potrebbe ospitare circa 900 abitanti, un'enormità per una frazione che è sprovvista addirittura di rete fognaria, che a quanto pare scarica in un fosso che poi sfocia a mare. Se il progetto venisse approvato, non sarebbe forse l'ennesima speculazione edilizia su un territorio già ampiamente devastato? La borgata soffre della carenza cronica di servizi e di un degrado palpabile. Le strade sono da quarto mondo, per cui nuove abitazioni e nuovi abitanti comporterebbero un aggravamento di una situazione per molti versi già critica, oltre che un inevitabile danno all'ambiente: paesaggio stravolto, inutile consumo di suolo fertile, con conseguente danno a flora e fauna, e vi sarebbe un innalzamento dell'inquinamento causato dalla maggiore presenza di veicoli a motore e caldaie per il riscaldamento, nonché un aumento del traffico automobilistico. Poi, se solo pensiamo a quell'ampia area tra via Aldo Moro e la Pontina, dove sono state realizzate numerose opere pubbliche in convenzione coi privati, e che queste sono state cedute "generosamente" al Comune, ma che tuttavia a più di due anni di distanza risultano abbandonate totalmente all'incuria, possiamo stare tranquilli?

Sempre su Campoleone è previsto il "PARCO COMMERCIALE CAMPOLEONE - LANUVIO", con una volumetria complessiva pari a 228.173 mc, su una superficie di 120.824 mq, per la realizzazione di un parco commerciale e artigianale. Il tutto su una bellissima e fertilissima area verde a ridosso tra la Nettunense e la Laviniense, proprio limitrofo a quella centrale solare che si è mangiata circa 40 ettari di terreno pregiato ai piedi dei Castelli Romani, da cui si godeva di un panorama mozzafiato. Ma in questo caso il Comune di Aprilia non c'entra nulla, visto che la zona ricade nel confinante Comune di Lanuvio.

Una cosa è certa: nessuna riqualificazione potrà mai avvenire attraverso la cementificazione del territorio, semmai questo apporta nuovo degrado e ulteriori problemi, di cui sicuramente non abbiamo alcun bisogno.

Il suolo è una risorsa non rinnovabile, che dovremmo custodire con molta cura, invece di consumarlo e farne scempio.

Quando l'ultimo metro quadrato di terreno sarà stato edificato, allora ci accorgeremo che i prodotti della terra non crescono nel supermercato!


Fotografia prelevata direttamente dalla bacheca Facebook di Domenico Finiguerra.


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